Panico tra i bagnanti delle coste marittime italiane. In acqua c’è un’alga tossica: ecco di che cosa si tratta e quali sono le sue conseguenze
Siamo ormai a luglio inoltrato e molti italiani stanno già pregustando il profumo delle vacanze. Sebbene da qualche anno il periodo delle ferie si sia esteso da giugno a settembre e non sia più solo il mese di agosto, com’era invece consuetudine fino a qualche anno fa, comunque è nel mese più caldo dell’anno che la maggior parte delle famiglie decide di prendere le ferie e concedersi qualche giorno di relax.
In questi giorni, però, c’è purtroppo una brutta notizia per quanti hanno scelto l’Italia come meta delle proprie vacanze al mare. Con l’aumento delle temperature, infatti, nelle acque delle coste dello stivale è arrivata un’alga tossica: si chiama Ostreopsis ovata e, invisibile ad occhio nudo, può comportare gravi conseguenze a chi la sfiora.
L’alga tossica di cui stiamo parlando si chiama Ostreopsis ovata. Si tratta di un’alga trasparente, quindi invisibile a occhio nudo: anche per questa sua caratteristica, è particolarmente insidiosa poiché è molto difficile evitarla. Si tratta di un’alga tossica che, a chi la tocca, può comportare gravi disturbi respiratori e gastrointestinali: al momento si registrano casi in Liguria, soprattutto tra San Lorenzo al Mare e Bordighera e tra Genova Levante e Sestri Levante. Qui, la concentrazione ha superato le 10.000 cellule per litro d’acqua. La Liguria, però, non è l’unica regione colpita. Si segnalano casi anche in Sicilia, soprattutto a Massa, Bisceglie, Otranto, Erice e Palermo e in Toscana e in Puglia.
Quest’alga rilascia ovatossina, una sostanza simile alla palitossina che, se inalata o assorbita tramite gli occhi o la pelle, può causare danni alla salute dell’uomo. I sintomi sono bruciore agli occhi e alla pelle, dermatite, affaticamento, mal di gola, congiuntivite e gola secca. Nei casi più gravi, però, può causare anche febbre, nausea e fatica respiratoria. Allontanandosi dalla spiaggia, i sintomi tendono a guarire spontaneamente.
La situazione diventa più pericolosa quando la concentrazione supera le 30.000 cellule per litro d’acqua, soprattutto se il mare è mosso e se c’è vento: oltre a 100.000 cellule per litro, il rischio è elevato a prescindere dal meteo. A chi frequenta le zone interessate si consiglia di evitare i litorali segnalati in caso di allerta e, se si palesassero sintomi particolari, di rivolgersi alla guardia medica.
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