Il grande caldo in arrivo desta preoccupazione e mette in moto delle misure d’emergenza volte a tutelare la salute dei lavoratori e il budget delle aziende: quando si può richiedere la cassa integrazione per le temperature elevate.
L’estate in Italia è diventata ormai una stagione pericolosa per la salute. Le temperature salgono spesso oltre i 35° C a partire dai primi giorni di giugno (lo scorso mese in tal senso è stato spesso gravoso per molti italiani) e questo rende difficile continuare a lavorare, in alcuni casi addirittura un rischio per la salute fisica di chi lavora.

Per questa ragione già lo scorso anno l’INPS ha permesso l’utilizzo della cassa integrazione o del fondo d’integrazione salariare a tutte quelle aziende che a causa del forte caldo sono costrette a sospendere le attività lavorative, al fine di salvaguardare la salute dei propri dipendenti e scongiurare eventi drammatici.
La misura è stata resa possibile dal decreto lavoratori emergenza climatica e resa strutturale successivamente con la conversione in legge del decreto agricoltura, sempre nel 2024. Per quanto riguarda l’anno in corso le modalità di accesso e le casistiche in cui è possibile fare richiesta sono sancite dalla circolare 2130 del 3 luglio 2025.
Quando è possibile richiedere e ottenere la cassa integrazione per l’emergenza caldo
La norma prevede che la misura emergenziale scatti una volta raggiunti i 35°C, ma ci sono delle variazioni che consentono di richiedere la misura eccezionale anche nei casi in cui la temperatura indicata come soglia limite non viene raggiunta. A volte infatti il tasso di umidità rende complesso e pericoloso svolgere l’attività lavorativa anche al di sotto di quella soglia.

La decisione di interrompere l’attività lavorativa può essere dunque presa per ordine dell’autorità pubblica e dunque quando un comune, una provincia o una regione pubblica un ordinanza con la quale impone la cessazione o la riduzione dell’attività lavorativa in considerazione del clima e per tutela dei lavoratori.
Qualora non arrivi l’imposizione da parte dell’autorità, possono essere i datori di lavoro a fare richiesta di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, chiedendo contestualmente che l’INPS copra il mancato guadagno derivante dalla riduzione lavorativa facendosi carico dello stipendio dei dipendenti che sono costretti a fermarsi.
Tale richiesta può essere effettuata qualora ci siano una forte ondata di caldo che faccia salire il termometro sopra i 35°, qualora la temperatura percepita sia pari o superiore ai 35°, qualora si tratti di lavori che richiedono l’esposizione costante al sole o in cui l’utilizzo di materiali e macchinari generi calore. In caso di lavori al chiuso, tale richiesta può essere effettuata in assenza di sistemi di ventilazione o condizionatori.
Il datore che intende richiedere la cassa integrazione deve seguire questi step:
- valutazione delle condizioni meteo
- Indicazione del responsabile di sicurezza
- Predisposizione della domanda telematica.
Nella domanda bisogna indicare i dati identificativi dell’azienda, il periodo di sospensione, il numero di dipendenti coinvolti, identificazione della causale che può essere semplicemente “Sospensione o riduzione dell’attività per ordine di pubblica autorità per cause non imputabili all’impresa o ai lavoratori”, oppure Evento Meteo o Temperature alte) in caso di assenza di ordinanza specifica.