Avevo diritto a promozione e aumento di stipendio, ma nessuno mi aveva detto nulla: controlla subito questo dettaglio

Scopri quali sono i diritti del lavoratore che svolge mansioni superiori, come funziona il riconoscimento economico e l’inquadramento secondo la legge italiana e i contratti collettivi.

A volte capita che, parlando con un amico o un collega, si scoprano verità del tutto nuove o situazioni che fino a quel momento ci erano sfuggite. Un esempio frequente riguarda proprio il mondo del lavoro e i diritti dei lavoratori, soprattutto quando si tratta di riconoscimenti economici. Quante volte abbiamo sentito dire “ci meritiamo un aumento” o “sto facendo un lavoro che non mi compete, ma non mi pagano di più”?

colleghi che lavorano
Avevo diritto a promozione e aumento di stipendio, ma nessuno mi aveva detto nulla: controlla subito questo dettaglio – ospedaleudine.it

Questo tipo di situazioni non sono rare e possono riguardare molti lavoratori che si trovano a svolgere mansioni di livello superiore rispetto a quelle previste dal proprio contratto, senza però ricevere un giusto compenso o un inquadramento adeguato. Sapere quali sono i propri diritti, quando si ha diritto a un aumento o a una promozione formale e come tutelarsi in questi casi è fondamentale per evitare di essere sfruttati.

Il diritto all’aumento e all’inquadramento: ecco quando si può richiedere

Conoscere i propri diritti, documentare le mansioni svolte e rivolgersi a esperti sono passi fondamentali per garantire un giusto riconoscimento economico e contrattuale. Non tutti sanno che l’articolo 2103 del Codice Civile regola questa situazione, ovvero che un dipendente svolga temporaneamente o stabilmente mansioni di livello superiore rispetto a quelle previste dal proprio contratto.

dei colleghi a lavoro
Il diritto all’aumento e all’inquadramento: ecco quando si può richiedere – ospedaleudine.it

I principali punti di questo articolo sono due: le mansioni superiori temporanee e le mansioni superiori non temporanee. Per quanto riguarda il primo, il lavoratore può essere assegnato temporaneamente a mansioni di livello superiore senza ottenere un avanzamento formale nel proprio inquadramento. Tuttavia, deve ricevere la retribuzione corrispondente a tali mansioni per tutto il periodo in cui le svolge.

Invece, per quanto riguarda il secondo, se lo svolgimento delle mansioni superiori supera un certo periodo, il lavoratore ha diritto ad una retribuzione dal primo giorno di svolgimento delle mansioni superiori; ed anche un inquadramento formale nel livello superiore, dopo un periodo minimo previsto dai contratti collettivi (non inferiore a 6 mesi secondo l’art. 2103, comma 7).

La durata minima per l’avanzamento di livello varia in base al contratto collettivo nazionale applicabile, che è fondamentale conoscere per capire i diritti maturati. Per quanto riguarda il pubblico impiego, però, non è previsto un riconoscimento automatico delle mansioni superiori, se non tramite selezioni o progressioni di carriera formali.

La legge tutela il lavoratore da situazioni di sfruttamento, garantendo che chi svolge mansioni superiori riceva il giusto compenso e, in certi casi, il giusto inquadramento. Infondo, la legge italiana, attraverso l’articolo 2103 del Codice Civile, offre un quadro chiaro che consente di bilanciare la necessità di flessibilità delle aziende con la tutela del lavoratore.

È fondamentale ricordare che l’assegnazione temporanea a mansioni superiori è legittima. Ma se questa situazione si prolunga nel tempo, il lavoratore ha diritto non solo alla retribuzione corrispondente ma anche ad un riconoscimento formale mediante l’inquadramento nel livello superiore. Per questo motivo, chi si trova a svolgere compiti di livello superiore dovrebbe sempre annotare con cura le mansioni svolte e le tempistiche e verificare il proprio inquadramento contrattuale

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