L’Italia pronta a richiamare 10mila riservisti: la proposta che vuole mettere tutti d’accordo

10mila riservisti da richiamare in caso di emergenza: questa la proposta che sta per approdare in Parlamento, con l’intento di trovare voti bipartisan.

Da una parte, lo scenario di guerra tra Russia e Ucraina che va avanti ormai da oltre tre anni, dall’altra i venti di guerra che spirano sempre più forti in Medio Oriente, in mezzo il piano di riarmo proposto dall’Unione Europea: le premesse sembrano esserci tutte perché anche l’Italia si adegui a questo nuovo corso che ha preso la politica internazionale, in senso più bellicista. Così ecco arrivare, a distanza di alcune settimane dal piano difesa sul tavolo del ministro Guido Crosetto, una proposta sui riservisti.

Piedi di militari durante esercitazione
L’Italia pronta a richiamare 10mila riservisti (OspedaleUdine.it)

L’accelerata l’ha data la Lega, ma a quanto pare una condivisione di una proposta unica e univoca potrebbe portare anche a trovare voti bipartisan per far passare la proposta di legge che intende richiamare alle armi addirittura 10mila riservisti. I lavori della commissione Difesa alla Camera che potrebbero portare a un testo condiviso dovrebbero prendere il via il prossimo 8 luglio, in piena estate, sparigliando le carte rispetto anche alle possibili alleanze.

La proposta di legge che vuole istituire 10mila riservisti in Italia

Si dovrebbe partire da due testi, uno a firma del presidente della commissione Difesa, Nino Minardo, in quota Lega, e uno che invece ha come primo firmatario un esponente del Partito Democratico, Stefano Graziano. La proposta di legge Minardo, la n. 1702, punta a “istituire, nell’ambito delle forze armate, un bacino di 10.000 unità di personale militare da destinare a riserva ausiliaria dello Stato”, sulla falsa riga di quanto avvenuto in altri Paesi europei, compresa la Svizzera, culla fino a oggi della neutralità bellica.

Militari disposti in riga in penombra
La proposta di legge che vuole istituire 10mila riservisti in Italia (OspedaleUdine.it)

Già il piano difesa di cui si dovrebbe preoccupare il ministero guidato da Crosetto, quello del famigerato 2% del PIL in spese militari, punta all’istituzione di un nucleo militare di riservisti, anche “personale privo di pregresse esperienze militari”, per supplire a quello che è evidentemente un personale militare sempre più vecchio, proprio in virtù dell’abolizione della leva obbligatoria ormai un ventennio fa.

Chi potrebbe essere richiamato a fare il riservista

Il piano difesa parla esplicitamente di “revisione dello strumento della riserva”, con l’intento di coinvolgere appunto anche personale che il militare non lo ha fatto mai, mentre nella proposta di legge Minardo rientrano nella categoria riservisti coloro che “abbiano già prestato servizio quali volontari in ferma triennale (Vft) o volontari in ferma iniziale (Vfi), dopo che siano stati collocati in congedo”. Anche i riservisti si dovrebbero candidare su base volontaria, venendo inseriti in una lista rinnovabile ogni 5 anni.

Piedi di militari
Chi potrebbe essere richiamato a fare il riservista (OspedaleUdine.it)

Soltanto se ci fossero – e si spera sempre di no – delle necessità urgenti, questi elementi verrebbero richiamati “sia in tempo di guerra o di grave crisi internazionale o, comunque, in situazioni di grave crisi suscettibile di ripercuotersi sulla sicurezza dello Stato, sia per la difesa dei confini nazionali, sia in caso di dichiarazione dello stato di emergenza”. Il servizio di riservista sarebbe su base trimestrale, rinnovabile e fino alla fine di una crisi.

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