Malato di SLA riesce a parlare e cantare grazie a un impianto cerebrale hi-tech

Affetto da SLA può parlare e cantare di nuovo grazie a un impianto cerebrale e alla voce sintetizzata dall’intelligenza artificiale.

La scienza e la tecnologia, quando vanno di pari passo, riescono a fare passi da gigante e a rendere meno difficile la vita di persone che hanno a che fare con problemi di salute anche gravi. Questo ci racconta la vicenda di un paziente, il quale ha ricevuto quattro vettori di microelettrodi impiantati nella parte sinistra del cervello. L’uomo, che si chiama Casey Harrell ed è affetto da sclerosi laterale amiotrofica, grazie a questo innovativo impianto hi-tech cerebrale può parlare e addirittura cantare.

Casey Harrell mentre canta col suo nuovo impianto cerebrale
Malato di SLA riesce a parlare e cantare grazie a un impianto cerebrale hi-tech (OspedaleUdine.it)

Nota anche come morbo di Lou Gehrig, la malattia conosciuta comunemente come SLA, causa una progressiva erosione dei muscoli nel cervello e nel midollo spinale. I sintomi sono vari: si inizia con indebolimento muscolare, spasmi incontrollabili e difficoltà a deglutire, per poi arrivare alla totale perdita di controllo dei muscoli di diverse parti del corpo e infine alla totale incapacità di parlare. Per Casey Harrell, 45 anni, è stato quasi come rinascere.

Un impianto cerebrale hi-tech consente a un malato di SLA di comunicare

L’intervento, realizzato dall’Università della California, rappresenta un grande passo avanti nella comunicazione per persone con gravi disabilità motorie: nonostante fosse ancora in grado di produrre suoni comprensibili solo da assistenti esperti, l’uomo di 45 anni non poteva più sostenere una conversazione normale. Ma il sistema altamente tecnologico che gli è stato installato è in grado di convertire in tempo reale i segnali cerebrali in parole, con un ritardo quasi impercettibile.

Casey Harrell prima del nuovo impianto cerebrale installato
Un impianto cerebrale hi-tech consente a un malato di SLA di comunicare (OspedaleUdine.it)

Un progresso davvero incredibile, da parte della scienza, che ridà davvero una speranza a chi è affetto da SLA di potersi tornare a esprimere. A differenza di molte voci sintetiche monotone, questa tecnologia riproduce intonazioni ed espressioni naturali, distinguendo tra affermazioni, domande o esclamazioni e persino traducendo espressioni non verbali. Uno degli autori dello studio che ha portato a questo impianto unico, Sergey Stavisky, ne mette in luce i grandi risultati.

In che cosa consiste l’impianto installato al malato di SLA

Infatti, grazie a questo impianto – come peraltro ben spiegato anche dalla rivista Nature in un recente articolo pubblicato sul suo sito – le persone con disabilità motorie potranno partecipare attivamente a una conversazione, anche interrompendo chi parla. Il progetto, insomma, offre non solo una nuova modalità di comunicazione, ma anche la possibilità di recuperare una parte essenziale della propria identità.

L’uomo affetto da SLA, cinque anni fa, ha preso parte allo studio clinico BrainGate2, quindi gli sono stati installati quattro impianti da 64 microelettrodi ciascuno nella parte sinistra del cervello, l’area coinvolta nella pianificazione e nel controllo del linguaggio. Secondo quanto rivelato, in appena due sezioni di addestramento, Casey Harrell ha acquisito un vocabolario di 125mila parole, sufficiente per la vita quotidiana, e il sistema installato – se allenato – ha un’accuratezza molto vicina al 100%.

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