Nel burro e nelle uova sono stati trovati residui di solvente, non può che esserci preoccupazione per quello che finisce sulla nostra tavola e mangiamo.
Ognuno di noi è abituato ad andare al supermercato e ad acquistare prodotti che finiamo poi per cucinare e mangiare, c’è chi preferisce puntare sempre sui soliti marchi, chi invece non disdegna l’idea di risparmiare e si concentra soprattutto su quello che è in offerta. In entrambi i casi, però, si parte dal presupposto che quello che si trova sugli scaffali sia oggetto di controlli e sia di qualità, senza il rischio di andare incontro a problemi di salute anche gravi. E invece purtroppo è quello che potrebbe succedere con qualcosa che tutti hanno nella dispensa, ovvero burro e uova.

Un’indagine effettuata recentemente per verificare che tutto sia rispettoso delle norme minime di sicurezza ha infatti evidenziato dei residui di solvente, sostanza che potrebbe essere pericolosa e che non può che metterci in allarme. Si tratta purtroppo di un quadro più diffuso di quanto si possa pensare, visto che riguarderebbe addirittura 25 prodotti, per questo non può essere sottovalutato.
Allarme su uova e burro in vendita: ci sono tracce di solvente
A far scatenare l’allerta alimentare che riguarda burro, uova, margarine e carne di pollo è un’indagine realizzata da Radio France, che ha messo in evidenza la possibilità di trovare all’interno tracce di esano, un solvente derivato dal petrolio utilizzato per estrarre l’olio da semi di soia, girasole o colza. Il problema potrebbe essersi generato a causa dell’alimentazione somministrata ad alcuni degli animali da allevamento, non è escluso infatti che la sostanza possa essere nel latte delle mucche, e da lì essere finita nei latticini come il burro.
La situazione ha una portata davvero ampia, visto che riguarderebbe alimenti che contengono olio di semi di girasole, soia e colza, anche in tanti altri prodotti di origine animale. L’indagine eseguita ha portato a prendere in considerazione 54 prodotti testati dal centro comune di misurazioni dell’università della Côte d’Opale a Dunkerque e da un altro laboratorio privato, così da avere un dato il più possibile attendibile, ma il risultato emerso è davvero sconfortante. Di questi, quasi la metà (25) avevano residui di esano.

Quello che è emerso non può essere sottovalutato, visto che si tratta di un solvente considerato neurotossico e interferente endocrino per l’essere umano, sia per inalazione sia in caso di forti dosi assunte tramite l’alimentazione. Non a caso, sul tema è intervenuta già da tempo l’Unione Europea con una normativa apposita, ma che evidentemente non tutti tendono a rispettare.
Il riferimento è alla direttiva 2009/32/CE, dove sono indicati limiti precisi che non devono essere superati:
- aromi naturali estratti con solventi: max 1 mg/kg;
- prodotti di soia defatati destinati al consumatore finale: max 30 mg/kg;
- oli e grassi, inclusi il burro di cacao: max 1 mg/kg;
- prodotti di soia defatati destinati al consumatore finale: max 30 mg/kg;
- alimenti contenenti proteine defatate e farine defatate: max 10 mg/kg,
Sulla base delle verifiche effettuate, le contaminazioni riguardano oli, margarine, burri, uova e pezzi di pollo acquistati nel 2024 in negozi del Nord della Francia. L’auspicio delle autorità è che possano essere introdotti nuovi metodi di estrazione che non coinvolgano l’esano. Dove questo è presente, invece, sarebbe opportuno ci fosse una chiara indicazione sull’etichetta.